RIEPILOGO DELLA STAGIONE ABLATIVA 2007 DEL GHIACCIAIO DEL CALDERONE
Introduzione
Questa discussione è stata elaborata e tratta dal forum abruzzomolisenatura (gestito da Fabrizio Sulli) , sezione Gran Sasso.
L'unico scopo di questa discussione è inquadrare e riassumere la stagione ablativa 2007.
Sono accetti commenti e fotografie , in modo da completare l'inquadramento della passata stagione ablativa.
Prima di iniziare il resoconto fotografico della stagione di ablazione 2007, ricordiamo che il ghiacciaio del Calderone, è diviso in due settori: il glacieret superiore e il glacieret inferiore, che costituisce il Debris Coverer Glacier.
L'Area glacializzata è attualmente (dopo l'annata 2007) inferiore ai 3.5 ettari, ma , nonostante da diversi decenni vari personaggi abbiano dato per estinto il Calderone o declassificato a glacionevato o addirittura "innevato" , il Calderone è ancora un ghiacciaio a tutti gli effetti.
Nell'area è presente permafrost, ampiamente stusecoli.
Vorremmo ricordare che il processo di estinzione di un ghiacciaio ha una lunga durata, per cui non si può dare per estinto il Calderone, e un momento dopo gridare la sua resurrezione.
Nonostante il limite climatico delle nevi perenni sia stimato tra 3100 e 3700 metri sul massiccio, quello orografico è ben diverso; il microclima del massiccio del Corno Grande che ospita il ghiacciaio tra il suo castello di cime, consente ancora la sopravvivenza del Gran Sasso.
Va ricordato che il fattore "albedine" non è più presente in questo ghiacciaio (o lo è solo parzialmente) e quindi l'ablazione avvinene in modo relativamente veloce. La mancanza di questo fattore contribuisce anche all'inalzamento della temperatura del microclima dell'alto vallone delle Cornacchie.
Attualmente il Debris Covered Glacier potrebbe avere una durata di vita stimabile di 20 anni (vedi qui), mentre i tempi di reazione sono stimati ad 8 anni (reaction time), quelli di risposta a 8 anni (response time) e il relaxation time a 21 anni.
Per i testi utilizzati vedi la pagina fonti utilizzate.
Riepilogo stagione ablativa
Dopo un autunno 2006 caldo, un inverno 2006/2007 mite e scarso in precipitazioni, una primavera 2007 calda e un'estate rovente, il ghiacciaio del Calderone, all'inizio della stagione di ablazione, si presentava agonizzante e con vistose ferite rispetto allo stesso periodo del 2006 ; la poca neve presente nel bacino era frutto delle sole nevicate primaverili, e così, ad aprile, il calderone si presentava con al massimo 3-4 metri di neve (stimati) di scarsa qualità.
Il (poco) firn che si era trasformato in ghiaccio durante le nevose annate precedenti si è sciolto a causa del caldo torrido dell'anticlone africano, che ha intaccato anche il ghiaccio "centenario", causando frane, voragini e presenza di ruscelli ablatori.
Solo l'avvento di annate nevose e soprattutto di estati più fresche ormai possono salvare il ghiacciaio nostrano, altrimenti con lui se ne andrà parte del fascino dei nostri monti ( già dimenticati...). Solo una sensibile inversione del trend climatico attuale potrà poi scongiurare l'epilogo della glaciologia appenninica...
In poche parole servirebbe una nuova piccola era glaciale con abbassamento del limite delle nevi permanenti!
22 APRILE 2007 , FOTO DI MATTEO CDP DEL FORUM METEO NETWORK
Ad aprile il Calderone si presentava con poca neve , quasi tutta primaverile, con spessori ridicoli di massimo 4 metri. La roccia già affiorava.
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A inizio giugno la situazione si faceva già preoccupante, nonostante l'ultima irruzione nevosa di fine maggio.
Lo spessore di neve era di massimo 3 metri, e, soprattutto nel bacino inferiore, erano già visibili ampie fasce di detriti. La morena frontale era quasi del tutto priva di manto nevoso.
La fascia rocciosa che divide i 2 circhi del Calderone sarebbe emersa a breve.
LE FOTO SI RIFERISCONO AL GIORNO 8/06/07
IL CALDERONE E LA VETTA OCCIDENTALE (foto Sulli)
VISIONE COMPLESSIVA DEL CALDERONE (foto Di Paola)
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Pochi giorni dopo la precedente escursione, lo spettacolo era già peggiorato; la fusione del firn residuo e l'ablazione procedevano velocemente. La morena frontale era completamente priva di neve. Il settore inferiore era quasi completamente privo di neve.
Sotto la vetta centrale era presente una lente di ghiaccio, destinata a fondersi a breve.
Il Calderone si presentava già diviso in due parti .
Anche la parte superiore del ghiacciaio cominciava ad essere "intaccata dal caldo".
L'ablazione era intensa. Nella parte centrale del bacino inferiore, in corrispondenza dell'inghiottitoio detto "Porta del Calderone" si accumulava dell'acqua e si nota una certa trasparenza azzurrina, merito del ghiaccio sottostante. In prossimità di questo punto fino a pochi decenni fa si formava il lago Sofia.E' proprio in questo punto che, nei mesi seguenti , si verificherà l'apertura di una voragine e l'emersione del ghiaccio antico stratificato: una catastrofe.
Piccolo appunto: al termine della salita, nella conca, l'incudine di un cumulonembo aveva portato un breve rovescio di nevischio, vento e calo della temperatura. Al termine, era tornato implacabile il sole e il caldo...
le foto sono del foto del 19/6/07
(foto Sulli)
GHIACCIAIO DEL CALDERONE, VISUALE COMPLETA E PANORAMICA, CON LA VETTA OCCIDENTALE DEL CORNO GRANDE 2912m.
(foto Sulli)
IL SIMBOLO DELL'ABRUZZO: DA SINISTRA A DESTRA - VETTA ORIENTALE, VETTA CENTRALE, TORRIONE CAMBI
(foto Sulli)
PARTE INFERIORE DEL CALDERONE VERSO LA MORENA FRONTALE
(foto Sulli)
PARTE SUPERIORE GIA' SEPARATA DA QUELLA INFERIORE
(foto Sulli)
LENTE DI GHIACCIO VIVO EMERGENTE SOTTO LA VETTA CENTRALE, CONTORNATA DAL PERMAFROST.
Le foto sono state scattate domenica 8 luglio 2008.
Rispetto a giugno, si nota come gli esigui spessori degli accumuli fossero facile preda per le vampate di calore dell'estate mediterranea.
L'inghiottitoio cominciava a scoprirsi, con le prime spaccature nel ghiaccio e le rocce che cominciavano a franare scivolando sul ghiaccio in fusione.
Il ghiaccio vivo appariva sotto i detriti, misto a rocce e pietrisco, con i ruscelli di fusione che emergevano in alcuni tratti.
Teneva ancora duro la parte superiore del bacino, abbastanza innevata.
foto gentilmene concesse da Claudio Panzieri e dalle associazioni Abruzzometeo e AQ Caput Frigoris
PANORAMICA COMPLETA SULL'INNEVAMENTO DEI DUE BACINI DEL GHIACCIAIO
PARTICOLARI SUL GHIACCIO AFFIORANTE PRESSO LA "PORTA DEL CALDERONE" E L'INGHIOTTITOIO.
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Il Calderone soffriva sempre di più a causa dell'anticiclone africano che stava provocando un 'estate torrida e siccitosa come nessuno ricordava. Delle nevicate estive su Majella e Gran Sasso restava solo un lontano ricordo.
Nel settore inferiore, cominciava ad allargarsi una voragine nel ghiaccio, situata presso l'inghiottitoio terminale del Calderone, e andavano formandosi muri di ghiaccio totalmente esposti al caldo e alla radiazione solare.
Il settore superiore appariva invece diviso in due parti da una colata di detrito, in precedenza sommersa.
La temperatura misurata nel pomeriggio era in vetta di +13,1°C.
Il sole spaccava le pietre.
foto del 28-29/7/08 gentilmente concesse dal webmaster del METEO CLUB ROMA, Stefano
LA PARTE SUPERIORE DEL CALDERONE, IL 28 LUGLIO 2007
PAOLO, DEL FORUM "METEO CLUB ROMA" , DENTRO L'INGHIOTTITOIO DEL CALDERONE CON I MURI DI GHIACCIO IN FASE DI EMERSIONE
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Nella parte inferiore del Calderone, sopra l'inghiottitoio, ex sede del lago Sofia, si era aperta una voragine nel ghiaccio a causa dello scioglimento dello stesso e dei nevai che occupavano questa sede. Il "muro" era alto circa 4 metri.
L'ablazione del ghiacciaio in agonia causava frane e generava ruscelli di ablazione.
Il terreno si abbassava visibilmente a causa della fusione dei 30 metri di ghicciaio.
La parte superiore si presentava divisa in due parti. La suddivisione era causata dallo scoprirsi di una grossa colata detritica, scopertasi anche in passato (1994).
2/8/07
(foto Sulli)
(foto Sulli)
Aggiungiamo le foto dell'inghiottitoio. Si commentano da sole.
Da notare la presenza di limo glaciale, che non va confuso col suolo vegetale, reiduo di periodi precedenti.
Uniche note positive dell'escursione del 2/8/07 sono state: la possibilità di bere l'acqua di fusione del ghiacciaio, quella di toccarlo con mano ed ammirare i suoi colori , e di ascoltare la sua voce, la sua storia, e quello che avrebbe da raccontare, scendendo brevemente nell'inghiottitoio con lo scrosciare dell'acqua nelle orecchie.
(foto Sulli)
VETTA CENTRALE E TORRIONE CAMBI DEL GRAN SASSO D'ITALIA, BACINO INFERIORE DEL CALDERONE. NON VI E' QUASI PIU' NEVE RESIDUA
(foto Rovelli)
PORTA DEL CALDERONE NEL 1987 (unica altra annata in cui era comparssa)
(foto Sulli)
PORTA DEL CALDERONE
(foto Sulli)
VISTA GENERALE DELL'INGHIOTTITOIO DEL CALDERONE (PORTA DEL CALDERONE)
(foto Sulli)
MURI DI GHIACCIO PRESSO L'INGHIOTTITOIO
(foto Sulli)
LE PARETI DI GHIACCIO DELLINGHIOTTITOIO
(foto Sulli)
GHIACCIO CENTENARIO STRATIFICATO DEL CALDERONE
(foto Sulli)
LIMO GLACIALE TRA I DETRITI PRESSO I RUSCELLI ABLATORI
(foto Sulli)
PARTICOLARE DELL'ACQUA DI FUSIONE RICONGELATASI DURANTE LA NOTTE GRAZIE ALL'INVERSIONE TERMICA LOCALE DEL CIRCO DEL CALDERONE
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Resiste ancora la placca sulla destra idrografica, in cui sono venuti alla luce nevato e ghiaccio vecchi. Solitamente la parte superiore, negli anni passati, sopravviveva intera fino al termine della stagione di ablazione.
foto del 20/8/07 gentilemente concesse da Gianpiero Manzo
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All'inizio di settembre, una perturbazione proveniente dai Balcani, e quindi entrata sull'Adriatico dalla porta della Bora, provocava nevicate sui massicci appenninici , con rovesci e temporali nevosi che portarono la neve anche fino a 1600 metri di quota.
Sulla Majella l'accumulo era disceto, e si aggira sui 20 cm. a 1800 metri , mentre sul Gran Sasso (escludendo il ben innevato Monte Camicia 2564m.) l'accumulo si presentava veramente modesto.
Osservando le foto del Corno Grande e del Corno Piccolo, si deduce che la neve iniziò a cadere solo verso i 1900metri (madonnina dell'Arapietra). Al contrario della Majella, anche a quote elevate l'accumolo era di massimo 20 cm.
Qquesto evento, purtroppo, non ha di certo fermato l'ablazione, se non per il breve tempo dovuto al velo di neve depositatosi e alla rapida discesa sottozero delle temperature.
foto del 4-5-6/9/07 foto gentilmente rese disponibili dall'autore (nickname Spirito) che le avevano pubblicato qui , si veda qui e qui.
VISUALE GENERALE DEL CORNO GRANDE E DEL CORNO PICCOLO DEL GRAN SASSO D'ITALIA, DA PRATI DI TIVO
RIFUGIO FRANCHETTI E SELLA DEI 2 CORNI, CON ACCUMULO IRRISORIO
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Il 23 settembre 2007 , dopo le nevicate di inizio settembre che sembravano aver posto fine alla disastrosa stagione ablativa 2007 , si constatava che dello scarso manto nevoso fresco non era rimasto praticamente nulla, ed anzi, nonostante il freddo, l'ablazione era continuata.
Il giorno in cui sono state scattate le foto, la voragine della Porta del Calderone si presentava di dimensioni enormi rispetto ad agosto, con muri di ghiaccio scoperti di 6 metri di altezza e pesantemente incisi dai ruscelli ablatori.
La placca in sinistra idrografica del bacino inferiore era quasi sparita.
Ulteriori commenti sono inutili.
foto del 23/9/07 gentilmente concesse dall'utente "glack" di forum.meteonetwork.it
Articolo originario di Fabrizio Sulli
Revisione e impaginazione Alessandro Di Paola