Il
nevaio del Fondo Della Salsa è situato alla base
dell'impressionante parete nord del Monte Camicia, la più
meridionale tra le cime importanti della catena del Gran Sasso
d'Italia, alto 2564m.
Si
trova compreso tra i 1250 e i 1280m. circa, e deve il suo nome
proprio alla conformazione ad "imbuto" della parete stessa,
alta ben 1200 m, che convoglia tutto, nel "fondo" appunto,
slavine e valanghe comprese. La sua alimentazione è quindi
quasi esclusivamente di tipo valanghiva; scarsi sono infatti gli
accumuli diretti o eolici a causa della sua modestissima quota.
L’orientazione a nord pieno, insieme alla muraglia di roccia appena
alle spalle alta oltre un km, protegge il fondo della Salsa dai raggi
diretti del sole per parecchi mesi l’anno. Questo permette di
compattare, trasformare e quindi conservare le numerose valanghe che
cadono nel semestre invernale e primaverile, prima che i caldi raggi
della tarda primavera e dell’estate colpiscano direttamente e
lungamente il nevaio stesso.
Una
volta sparita le neve invernale, il nevaio si presenta enorme,
profondo, a volte crepacciato e occupa quasi tutto il catino del
fondo della Salsa fin verso i 950 m di quota. Ad inizio maggio lo
spessore può raggiungere e superare i 40 m ma ben presto si
riduce, proprio a causa della modestissima quota, non appena giungono
i primi veri caldi estivi insieme all’effetto combinato delle
spettacolari cascate che precipitano dalle pareti sovrastanti il
nevaio stesso. Questa enorme quantità di acqua e detriti che
precipitano dall’alto, causano veloci processi di ablazione, con
fratture, crolli di volta e scorrimenti interni d’aria che forma
vere e proprie di "condotte" di ventilazione, sciogliendo
la neve dall’interno producendo così grotte enormi, crolli
di volta e bocche sulla fronte. Specie ad inizio estate l’aria
gelida che fuoriesce dalle varie "bocche" può
percorrere e far sentire i suoi gelidi effetti ben 200 metri più
a valle del fronte del nevaio. Questo getto freddo è
conseguenza di un sistema di condotti di ventilazione interni al
nevaio probabilmente prodotti dall’entrata dell'aria in
corrispondenza delle cascate d'acqua che precipitano sul nevaio dalla
sovrastante parete del Camicia. Questi tre processi combinati legati
all’azione di sole, acqua e ventilazione, velocemente "consumano"
il nevaio che difficilmente supera l’estate, almeno negli ultimi
venti anni, grazie all’aumento soprattutto delle temperature
estive.
Un
tempo il nevaio del fondo della Salsa era perenne, e dai racconti
degli abitanti del vicino paese di Castelli, emerge che anche in
piena estate potevano resistere anche 50 e più metri di neve,
spesso usati, come molti nevai appenninici, per il prelievo di
ghiaccio e la sua vendita.
Attualmente
però il nevaio è stagionale, fortemente dipendete
dell'accumulo e della calura estiva e non tutti gli anni riesce a
superare settembre e raramente sopravvivere fino alle prime nevicate
aunnali.
Cristiano Iurici e Fabrizio Sulli
Articolo gentilmente rivisto dal dott. Massimo Pecci
Le foto di Fabrizio Sulli si riferiscono al 15 luglio 2006 , mentre quelle di Cristiano Iurisci al 15 giugno 2005
Il
nevaio si raggiunge dalla strada Castelli - Rigopiano.fuori dal paese e
superate tutte le sue contrade, si arriva ad un tornante con area di
sosta, e sulla curva, al margine del bosco, si scorgono un cartello
giallo e un tabellone in legno. si segue la sterrata che parte da
quest'ultimo sotto la faggeta fino a raggiungere una piccola sella a
quota 857 mt , quindi si costeggia fino a raggiungerlo il torrente del
Fosso Morto, che più in basso alimenta il fiume Leomogna, ed infine si
risale.
Dopo aver attraversato un altro fosso, in corrispondenza
della Fonte dei Signori (995 mt), si continua su prati incontrando
prima il monumento dedicato a Piergiorgio De Paulis (alpinista aquilano
caduto durante la prima salita invernale della parete nord del Monte
Camicia) e poco più avanti il masso con la targa sempre dedicata al De
Paulis.
A questo punto ci si può immettere anche nell'alveo
sassoso del torrente, alla vostra sinistra, e si prosegue verso le
pareti che si stringono ad imbuto,fino a raggiungere il nevaio. Per
sicurezza è meglio non avvicinarsi troppo alle pareti, per possibili
scariche di sassi,neve o ghiaccio.
Buona escursione. Le foto si riferiscono al 15 luglio 2006
Fabrizio Sulli